Dopo il Twisted Logic Tour del 2006, i Coldplay sono finalmente tornati in Italia. Prima tappa: Bologna, Futureshow (ex Palamalaguti). La gente, tantissima, è la prima cosa che salta all'occhio: entrare richiede più tempo del previsto. All'interno,l'attesa sale. E per ingannarla, i Coldplay si affidano ad un'ottima spalla: Albert Hammond Jr. Il chitarrista degli Strokes arriva in Italia per promuovere il suo secondo album solista " Còmo Te Llama?".
Tiepida accoglienza, ma il risultato è degno dell'occasione: tra brani "vecchi" e nuovi, il tempo passa via piacevolmente. Poi, finalmente, il quartetto sale sul palco. Si inizia con Life in Technicolor e si prosegue con Violet Hill: l'atmosfera entra nel vivo. A Chris Martin, canzone dopo canzone, resta ben poco da cantare: ci pensano i fans.
Successi del passato (Clocks, In my Place) e brani del nuovo album, si protrggono per tutta la prima, lunga, parte del concerto. Poi i Coldplay regalano virtuosismi d'autore: un piccolo palco, posizionato davanti a quello principale, ospita la band per uno stacco di 3 canzoni: God Put A Smile Upon Your Face, un accenno di Talk, e The Hardest Part eseguita da Martin al piano.
Breve pausa,e si torna sul main stage per il successo più rumoroso della serata: Viva la Vida, seguita da Lost. Quando ti sembra che le cose non possano andare meglio, ecco che il gruppo ti sorprende: i quattro si posizionano alle spalle del pubblico per The Scientist e Death will Never Conquer, cantata dal batterista Will Champion. Nei momenti di pausa, si ha il tempo di realizzare che si, quelli sul palco di fronte a te sono i Coldplay e si, forse dal vivo sono anche meglio di quanto potessi aspettarti.
Sarà la folla, saranno le luci - incantevoli - o forse semplicemente il talento innegabile della band, Martin su tutti. Nuovamente al centro, prende vita l'ultima parte dello show: Politik, Lovers in Japan, Death and All His Friends. Una pioggia di coriandoli, un inchino, urla e flash. Ma non è ancora finita: urge il bis, quello finale..ed ecco risuonare le note di Yellow. The Escapist chiude il tutto. Le luci si riaccendono, ma la voglia di andare via, quella non c'è. Continuano gli applausi, continuano i cori. E soprattutto continua la sensazione di aver assistito a qualcosa di veramente grande: uno show "importante", ma sentito in ogni nota, come tuo.